L’interrogativo induce alla conoscenza e ci apre uno spiraglio verso la libertà.

Una riflessione; un’attesa nella quale trovo le risposte con il mio mestiere di artista.

Fare l’artista non è una scelta ma una necessità; quella di convivere con la bellezza, intesa come purezza e pulizia formale, stabilendo dialoghi e relazioni.

Non sento la necessità di provocare ad ogni costo al fine di stupire per accentrare l’attenzione su di me. 

Attribuisco all’arte il compito di stabilire un dialogo fra l’artista e l’interlocutore. 

Amo confrontarmi con il territorio realizzando opere contestualizzate anche di notevoli dimensioni. 

Per me l’arte è una missione; un interrogativo che stimola la curiosità ponendo domande e cercando risposte puntando i riflettori su temi importanti ed attuali.

Per me l’arte è inclusione, armonia ed aggregazione, non un limite ed una disciplina riservata e fruibile da un’élite ristretta di acculturati o presunti tali.

L’arte è un cannone mediatico che, se compresa, potrebbe essere l’arma di un grande esercito di massa e non di un risicato pugno di generali senza soldati.

L’arte deve essere comprensibile affinché si stabilisca un rapporto fra artista ed interlocutore. 

La mia formazione tecnico/scientifica mi ha facilitato il processo di progettazione con l’impiego di software che utilizzo nella fase di progetto con un occhio rivolto sempre all’aspetto formale e compositivo. 

Il progetto, inteso come processo mentale atto a creare un modello, non prescinde dal concetto. Niente è casuale ma frutto di profonde riflessioni

Nel caso di opere su commissione il committente può visionare l’opera mediante immagini tridimensionali fotorealistiche inserite nel contesto.

La concretizzazione dell’opera si compie con l’utilizzo di svariate tecniche e materiali. 

Dalla fusione a cera persa, alla ceramica, al cristallo od ai metalli e resine.

mauriziobalducci